
News | 28 novembre 2022
SWI Thrama, l’opera d’arte secondo Paolo Bettini
Il pluricampione del mondo e olimpico racconta gli ultimi sei mesi in sella ad un telaio che considera un capolavoro di design e performance.
Autunno, tardo pomeriggio.
La casa di Paolo Bettini è un balcone sugli oliveti imbevuti dall’ultimo sole che rende le colline dorate. Laggiù in fondo, tra l’azzurro del cielo e del mare si scorgono le isole, l’Elba ben visibile, come in tutte le giornate di bel tempo.
Paolo è appena tornato da un’uscita in bicicletta sulle sue strade, quelle di Cecina: La California, Bibbona, Bolgheri, Casale Marittimo, Querceto. Mangia e bevi continui che attraversano un territorio costellato da incantevoli antichi borghi, boschi selvaggi e luoghi solitari, dove riflettere e sognare. Era quasi naturale che un corridore nato e cresciuto qui, tra brevi strappi secchi e muri spaccagambe, si trasformasse in un grande uomo da classiche. Che poi diventasse uno dei più grandi di sempre, questo è tutto un altro discorso.
“Sei mesi in sella a questa bici” esordisce Paolo, “e oramai mi sono convinto che il telaio monoscocca di Swi sia qualcosa completamente fuori dalle logiche commerciali.”
Poi la appoggia alla colonna del porticato e guarda verso il mare. Performance e bellezza sono due cose che vanno a braccetto, lo sa bene uno abituato ad attaccare come farebbe tenore: preciso, pulito, dritto al punto.
Con Swi però è tutta un’altra storia, è lui stesso a raccontarci come le linee pulite del design e del carbonio intrecciato a spina di pesce gli abbiano letteralmente catturato il cuore.
Cosa hai provato quando sei salito per la prima volta in sella a Thrama?
“Ho capito immediatamente di avere a che fare con qualcosa di diverso. All'inizio ero molto curioso di vedere e poi provare questa bici, perché gli amici di SWI mi avevano parlato a lungo delle sue caratteristiche tecniche innovative come il monoscocca "vero", il carbonio UD lavorato con la tecnologia TPT.
Però una cosa è sentirne parlare, un’altra è provarla su strada. Io di biciclette in carriera ne ho guidate davvero tante e non pensavo potesse esserci qualcosa ancora in grado di sorprendermi in questo modo.”
Che cos’ha di speciale?
“Sicuramente è un prodotto d’eccellenza, un oggetto curato alla perfezione nei minimi dettagli, sia tecnici che estetici. Ma una delle sue più grandi qualità è senza dubbio la tecnologia con la quale è costruita. Come corridore so fin troppo bene che la schiena e la cervicale sono i punti più deboli e con Thrama posso pedalare anche per sei ore senza sentire nessun fastidio nelle aree più critiche. Questo è merito del vero monoscocca e del carbonio UD che fanno scivolare via le vibrazioni scaricandole a terra ed evitando così l’affaticamento. Fantastico, no?”
Spesso però si dice che una bici comoda risulti meno veloce, è così?
“No, è questo il bello, ciò che rende straordinaria questa bicicletta.
Thrama è estremamente confortevole quanto incredibilmente performante.
Questo ne fa un mezzo perfetto e incredibilmente versatile, dedicate a chi cerca la performance nelle competizioni, anche quelle lunghissime come l’ultracycling, ma anche per chi (come me) vuole una bicicletta di altissima gamma per divertirsi con gli amici."
Cosa pensi di questa estetica?
“Linee essenziali, estetica minimal: il punto è che questa non è solo una bicicletta. Non acquisti una SWI semplicemente per avere una bici. Thrama è un gioiello che resta per tutta la vita, qualcosa da tenere in salotto e godersi anche da ferma, come si fa con un quadro d'autore appeso alla parete."
Così la guarda Paolo Bettini, in questo sole che sta per tramontare e illumina come per magia quelle stelline dorate sul telaio che gli ricordano le emozioni senza fine di una carriera da vero fuoriclasse. Rilassato sulla poltrona preferita contempla la sua Thrama come farebbe con un tramonto, un’alba, o qualsiasi altra opera d’arte.

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